Societario e operazioni straordinarie​

Le clausole antistallo: la Russian Roulette Clause

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AUTORE: Michele Caramel
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Di cosa si tratta?

La clausola della “roulette russa” (o russian roulette clause, in inglese) è una clausola utilizzata negli statuti, nei patti parasociali o nei contratti di joint venture per risolvere una situazione di stallo decisionale (anche detta deadlock) tra soci, specialmente in caso di partecipazioni paritarie o in tutte quelle circostanze in cui è impedito il raggiungimento di una maggioranza.

Particolarmente diffusa nell’ordinamento Anglo-Americano, la roulette russa prevede un meccanismo di offerta e accettazione obbligatoria che costringe uno dei soci a vendere o ad acquistare le quote dell’altro ad un determinato prezzo e al verificarsi di un determinato evento, anche detto trigger event.

Come funziona?

L’attivazione della clausola prevede che un socio (detto offerente) avanzi un’offerta irrevocabile di acquisto all’altro socio (detto ricevente) per l’acquisto delle rispettive quote o azioni, fissandone il valore. A questo punto, entro un lasso di tempo definito nella clausola stessa, il socio ricevente avrà il diritto di accettare l’offerta (e quindi vendere la propria partecipazione), oppure di “invertire il gioco” e acquistare la partecipazione dell’offerente al medesimo prezzo proposto.

Risulta evidente come questa clausola rappresenti un’arma a doppio taglio per chi dovesse attivarla, con la conseguenza che, almeno astrattamente, la valutazione del valore della partecipazione da parte dell’offerente sarà il più equa possibile: non dovrà essere troppo bassa per non rischiare di veder “ribaltata” l’offerta da parte del socio ricevente, ma al tempo stesso non dovrà essere neppure troppo elevata per non rischiare di pagare un prezzo eccessivo rispetto a quello effettivo.

Il riconoscimento in Europa

Come anticipato, la clausola della roulette russa origina dagli ordinamenti di Common Law, tipicamente quello inglese e quello statunitense, quale ultimo rimedio per evitare che determinati impasse societari possano portare allo scioglimento della società.

Negli anni, alcune pronunce delle corti apicali di diversi ordinamenti di Civil Law europei, da ultimo quelle di Italia e Francia, hanno riconosciuto l’applicabilità di tali clausole anche nei rispettivi ordinamenti.

Nei prossimi paragrafi esamineremo come le quattro principali economie dell’Unione Europea hanno ammesso la clausola in analisi e con quali limiti.

  1. L’ordinamento italiano

Il nostro ordinamento ha definitivamente riconosciuto la validità delle clausole di roulette russa con la sentenza della Corte di Cassazione n. 22375 del 2023, cui è seguita l’Ordinanza del Tribunale di Milano n. 2026/2024 nell’ambito del noto caso che ha riguardato l’acquisto della società Muschio Selvaggio S.r.l., proprietaria dell’omonimo podcast, da parte di Luisolve S.r.l. (riconducibile allo youtuber Luis Sal).

La Suprema Corte, nella sua pronuncia, ha ritenuto conforme agli artt. 1355 e 1349 c.c. la clausola della roulette russa, non costituendo la stessa una condizione meramente potestativa e garantendo una determinazione dell’oggetto contrattuale secondo criteri oggettivi. Il meccanismo negoziale, infatti, bilancerebbe gli interessi dei soci, attribuendo al socio oblato la facoltà di esercitare un’opzione Put o Call (ossia vendere, nel primo caso, o acquistare, nel secondo) in contrapposizione alla determinazione unilaterale del prezzo da parte del socio offerente. La Corte ha altresì escluso la violazione del divieto di patto leonino (art. 2265 c.c.), evidenziando la natura eventuale della clausola, nonché quella delle norme sull’equa valorizzazione della partecipazione sociale (artt. 2437 e 2437-sexies c.c.).

Sulla base di tale riconoscimento, il Tribunale di Milano, nella vicenda relativa al già menzionato podcast Muschio Selvaggio, ha affermato che la natura della clausola di roulette russa è quella di risolvere uno stallo insorto all’interno degli organi sociali, rispondendo all’interesse, di carattere generale, di assicurare la continuità della società, superando eventuali stalli o inattività così da prevenirne l’eventuale scioglimento. Il Collegio milanese ha inoltre stabilito come debbano essere interpretate tali clausole, soprattutto se costruite in maniera tale da risultare un ibrido tra la roulette russa (come fin qui descritta) e la c.d. Texas shoot-out (ossia una clausola funzionante come la roulette russa, ma che ammette la possibilità di rilanci al rialzo). In questi casi, i giudici milanesi ritengono che al criterio letterale vada affiancato – e valorizzato – quello funzionale, tenendo in considerazione lo scopo pratico perseguito dalle parti.

Nel caso di specie, Il Collegio ha rigettato il reclamo di ZDF S.r.l. (società riconducibile a Fedez e autrice della prima offerta nei confronti della Luisolve S.r.l.), ritenendo che l’interpretazione letterale e funzionale della clausola antistallo dovesse portare a riconoscere effetti traslativi sia in caso di accettazione che di rifiuto dell’offerta, garantendo il superamento del deadlock. Ammettere un rilancio successivo del primo offerente avrebbe vanificato tale effetto, perpetuando lo stallo. Di conseguenza, il tribunale di Milano ha qualificato la clausola antistallo contenuta nello statuto della Muschio Selvaggio S.r.l. quale roulette russa, ritenendo inammissibile il rilancio effettuato dalla ZDF S.r.l. a seguito della controfferta della Luisolve S.r.l.

  1. L’ordinamento francese

Inizialmente, la clausola di roulette russa (clause de sortie alternative, in francese) è stata introdotta in Francia nell’ambito delle joint venture, al fine di disciplinarne l’eventuale scioglimento anticipato.

Attualmente, la stessa è diffusa soprattutto nei patti parasociali delle SARL (Société à responsabilité limitée, le S.r.l. francesi), sebbene la dottrina abbia storicamente sollevato perplessità circa la determinabilità del corrispettivo, specie se una parte si trovi in condizione da non poter proporre la contro-offerta.

Dal punto di vista giurisprudenziale, invece, i Tribunali francesi ne hanno riconosciuto la validità, spesso subordinandola alla valutazione di un terzo indipendente per garantire equità tra i soci. Circa l’ammissibilità di tali clausole, è da ultima intervenuta la Cour de Cassation che, con sentenza n. 21-25.952/2023, ha affermato – in maniera similare a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione italiana – che la clausola di roulette russa non debba essere confusa con quella di esclusione di un socio, sebbene gli effetti possano essere analoghi, poiché l’obiettivo perseguito è sostanzialmente differente. Ammettendone l’applicabilità, entro il limite rappresentato dall’esclusione del socio, la Corte francese ha seguito la linea interpretativa per cui lo scopo di tale tipologia di clausola sia quella di evitare che una delle parti rimanga assoggettata alla mera arbitrarietà dell’altra.

La clausola antistallo in parola non sembrerebbe, tuttavia, applicabile alle società di persone, in particolare quelle in nome collettivo, incontrandosi dei limiti normativi; in questi casi, infatti, il trasferimento di quote richiede l’unanimità dei soci a pena di nullità (art. 221-13 del Codice del Commercio francese).

Infine, si segnala che rimane tutt’ora dibattuta la compatibilità della roulette russa con eventuali clausole di gradimento, potenzialmente capaci di determinare conflitti che ne compromettano l’applicabilità, con il rischio che una possa disapplicare l’altra.

  1. L’ordinamento tedesco

La Corte Regionale Superiore di Norimberga (Oberlandesgericht Nürnberg), con la decisione del 20 dicembre 2013 (Az. 12 U 49/13), ha confermato per la prima volta la validità della clausola di roulette russa nel diritto societario tedesco, tradizionalmente considerata nulla per contrarietà al buon costume.

Sebbene la Corte Federale di Giustizia tedesca abbia dichiarato invalide le clausole che concedono a un socio il diritto di recedere dalla società senza circostanze particolari (le cosiddette Hinauskündigungsklauseln), lo scopo di una clausola di roulette russa – ossia la risoluzione di una situazione di stallo – è giustificabile nel caso di una società con due soci al 50%. Secondo la Corte Regionale di Norimberga ciò vale anche in caso sia stabilita una previsione accessoria per cui, all’uscita di un socio dalla società, il suo incarico di amministratore si estingua, obbligandolo a dimettersi.

Pertanto, tali clausole sono da considerarsi lecite se giustificate oggettivamente, come nel caso, appunto, in cui siano predisposte al fine di risolvere situazioni di stallo in società con due azionisti paritetici.

Tuttavia, una clausola di roulette russa, per la Corte, potrebbe essere invalida qualora una parte non fosse in grado di sostenere finanziariamente l’offerta richiesta. Nella sentenza si specifica, inoltre, che non si può, però, escludere che la clausola possa diventare invalida retroattivamente se, nel tempo, le capacità economiche dei due soci divergono significativamente.

Un’attenta redazione di tali clausole è quindi fondamentale per evitare controversie future tra gli azionisti. In particolare, bisognerà prestare attenzione anche alla disciplina di alcuni aspetti correlati, come ad esempio le tempistiche e le modalità del pagamento dovuto, la partecipazione agli utili maturati fino alla cessione effettiva del socio uscente, la decadenza dalle eventuali cariche ricoperte, la predisposizione di clausole di non concorrenza e/o di riservatezza e così via.

  1. L’ordinamento spagnolo

Nonostante il legislatore spagnolo preveda lo scioglimento della società come meccanismo “standard” per la risoluzione delle controversie tra soci, sempre di più si sono diffuse clausole di roulette russa al fine di risolvere eventuali stalli senza dover necessariamente sciogliere la società.

La cláusula andorrana, in spagnolo, è così ritenuta valida, essendo riconosciuta dalla giurisprudenza, che la fonda sul principio di autonomia contrattuale sancito dall’art. 28 della Ley de Sociedades de Capital (L.S.C.), purché non contrasti con la legge o i principi della tipologia societaria prescelta.

Questo approccio trova ulteriore conferma nella sentenza del Tribunal Supremo n. 373/2010, che ha riconosciuto la paralisi societaria come causa di scioglimento forzato della società ai sensi dell’art. 363 L.S.C. Il Tribunal Supremo ha quindi convalidato la predisposizione di una clausola di roulette russa, preferendola rispetto al necessario scioglimento della società, a condizione che rispetti i principi di equità e buona fede. Secondo la Corte, tale requisito non ricorre, e la clausola è da ritenersi di conseguenza illegittima, qualora vi siano squilibri informativi o finanziari tra i soci, oppure se non si sia verificata una effettiva paralisi, o ancora qualora l’uso della clausola risulti strumentale, perseguendo unicamente fini ostruzionistici.

Conclusioni

In conclusione, come visto, i principali ordinamenti di Civil Law europei ammettono la clausola di roulette russa quale rimedio preferibile posto a salvaguardia della continuità societaria, rispetto al necessario scioglimento della realtà imprenditoriale.

Tuttavia, ogni ordinamento prevede dei limiti a tutela dell’equità e del non abuso della clausola che in ogni caso non deve essere tale da determinare un abuso da parte dell’eventuale socio più forte, o nascondere un meccanismo di sostanziale esclusione del socio. Ciò si concretizza nell’esigenza di dover rispettare, talvolta veri e propri vincoli normativi, talaltra principi più ampi come quelli di equità e buona fede.

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